adriana
2005-08-25 07:56:05 UTC
No, non é un riferimento alla nuova minaccia dell'influenza dei polli, ma
riguarda la sicurezza aerea.
Se qualcuno non é mai riuscito a superare la paura di volare ora come ora ne
ha ben donde.
Cadono, cadono come le foglie di autunno gli aerei, e non vi é distinzione
di categoria: cadono grossi, cadono piccoli, bimotore, ad elica....insomma
pare un'epidemia.
Ma non ho trovato su nessun giornale qualcuno che si chieda un perché. Nelle
cose umane nulla è casuale, privo di una spiegazione, un perché, ed anche in
questo caso c'è un perché.
Per ritrovarlo si può risalire a qualche anno fa, quando entrò diciamo in
vigore la famigerata deregulation. E cioè la dismissione di tutti quei
controlli essenziali per legge che permettevano di volare in piena
sicurezza.
I massimi esperti paventavano ciò che é accaduto, e cioè che la cosa non
riguardasse granché le grandi compagnie aeree che avrebbero continuato a
mantenerla in vita come codice di autoregolamentazione, ma appunto le
piccole compagnie, che avrebbero " tirato il collo "come si suol dire a
mezzi, piloti, e personale viaggiante.
Il tutto per contenere i costi, abbattere i prezzi e sostenere la
concorrenza. Ora i suoi effetti sono sotto gli occhi di tutti.
Ebbi modo, anni addietro, di conoscere un ex comandante pilota di aerei, e
anche se i tempi son cambiati ho sempre cercato di seguire i suoi consigli:
" I più preparati - mi disse - in assoluto al mondo sono i nostri figli di
mamma, ben istruiti, ben nutriti non bevono in servizio, non si drogano,
superano ottimamente il jack-lack, cioè il cambio di fuso orario, dormono a
sufficienza".
Ed in effetti il simbolo della compagnia di bandierea, quando era tale, mi
ha sempre confortato alla sua vista.
Ora il personale di piccole compagnie lamenta non solo stipendi da fame ma
di essere sfruttati e spemuti come limoni: turni eccessivamente ravvicinati,
poche ore di riposo, necessità di ricorrere a stimolanti per tenersi su.
Ed i controllori di volo? Se Atene piange, Sparta non ride.
La domanda che sorge spontanea é sempre quella: ma perché per il famigerato
businness si porta la gente a rischiare la pelle e a destinarla ad una morte
annunciata orribile?
riguarda la sicurezza aerea.
Se qualcuno non é mai riuscito a superare la paura di volare ora come ora ne
ha ben donde.
Cadono, cadono come le foglie di autunno gli aerei, e non vi é distinzione
di categoria: cadono grossi, cadono piccoli, bimotore, ad elica....insomma
pare un'epidemia.
Ma non ho trovato su nessun giornale qualcuno che si chieda un perché. Nelle
cose umane nulla è casuale, privo di una spiegazione, un perché, ed anche in
questo caso c'è un perché.
Per ritrovarlo si può risalire a qualche anno fa, quando entrò diciamo in
vigore la famigerata deregulation. E cioè la dismissione di tutti quei
controlli essenziali per legge che permettevano di volare in piena
sicurezza.
I massimi esperti paventavano ciò che é accaduto, e cioè che la cosa non
riguardasse granché le grandi compagnie aeree che avrebbero continuato a
mantenerla in vita come codice di autoregolamentazione, ma appunto le
piccole compagnie, che avrebbero " tirato il collo "come si suol dire a
mezzi, piloti, e personale viaggiante.
Il tutto per contenere i costi, abbattere i prezzi e sostenere la
concorrenza. Ora i suoi effetti sono sotto gli occhi di tutti.
Ebbi modo, anni addietro, di conoscere un ex comandante pilota di aerei, e
anche se i tempi son cambiati ho sempre cercato di seguire i suoi consigli:
" I più preparati - mi disse - in assoluto al mondo sono i nostri figli di
mamma, ben istruiti, ben nutriti non bevono in servizio, non si drogano,
superano ottimamente il jack-lack, cioè il cambio di fuso orario, dormono a
sufficienza".
Ed in effetti il simbolo della compagnia di bandierea, quando era tale, mi
ha sempre confortato alla sua vista.
Ora il personale di piccole compagnie lamenta non solo stipendi da fame ma
di essere sfruttati e spemuti come limoni: turni eccessivamente ravvicinati,
poche ore di riposo, necessità di ricorrere a stimolanti per tenersi su.
Ed i controllori di volo? Se Atene piange, Sparta non ride.
La domanda che sorge spontanea é sempre quella: ma perché per il famigerato
businness si porta la gente a rischiare la pelle e a destinarla ad una morte
annunciata orribile?