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RITROVATA LA LETTERA CHE CONFERMA : LEOPARDI ERA GAY
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2004-06-11 13:24:38 UTC
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Recuperata dalla Guardia di Finanza in una Chiesa
RITROVATA LA LETTERA CHE CONFERMA : LEOPARDI ERA GAY
iIl poeta dell'Infinito ed il letterato Antonio Ranieri Tinti si conobbero
nel 1830. Ne nacquero un'intima amicizia e tre anni di convivenza



Mattias Mainiero

Affezionati della bocciatura ad oltranza, insufficienti cronici, studenti
zoppicanti: è giunta l’ora della rivincita. Ve lo ricordate? Non negatelo:
fu lui a rovinare i vostri anni migliori. Al suo cospetto eravate poco più
che nulla, nanerottoli. Lui lì, a pontificare, a spiegarvi l’importanza dei
classici e della poesia. Voi a fare figuracce. E ora, finalmente, potete
gioire: Giacomo Leopardi, il Grande, il Vate, l’Intoccabile, aveva le sue
debolezze. E che debolezze: forse al poeta piacevano gli uomini. Forse era
gay, come si direbbe con linguaggio moderno. O forse no, era solo soffocato
dalla solitudine e cercava affetto ovunque. Anche in Antonio Ranieri,
letterato, esule napoletano e suo amico, l’uomo che alla sua morte, a
Napoli, durante un’epidemia di colera, riuscì a sottrarne il corpo alla
fossa comune.
"Ranieri mio", scrive Leopardi in una lettera ritrovata dalla Guardia di
Finanza in un piccolo paese della Puglia, Salice Salentino, provincia di
Lecce. La lettera, datata 11 dicembre 1832, era scomparsa nel 1975 dalla
casa napoletana del duca Riccardo Carafa. Misteriosamente è ricomparsa
dietro un quadro della chiesa della Madonna del Latte, una parrocchia di
campagna. "Caro Ranieri, ti stringo al mio cuore che in ogni evento
possibile e non possibile sarà eternamente tuo". Sì, è proprio lui: lo
stesso stile, la stessa grafia, la stessa carta delle altre missive
indirizzate ad Antonio Ranieri, spiega Mauro Giancaspro, direttore della
Biblioteca Nazionale "Vittorio Emanuele III" di Napoli. Non ci sono dubbi.
Esultate, giovani ripetenti, è proprio l’ora della rivincita. Lui vi ha
fatto soffrire. Ma, a sua volta, soffriva, eccome se soffriva: "Caro
Ranieri, qualunque partito tu pigli, tu disporrai le cose in modo che noi
viviamo l’uno per l’altro, o almeno io per te; sola ed ultima mia speranza.
Addio, anima mia".
Quale partito prese il bell’Antonio, se l’avvenente attrice Maddalena Pelzet
o il gracile e tormentato amico, lo raccontano le cronache letterarie:
Giacomo e Antonio, dopo 39 affettuose lettere, si ricongiungono e decidono
di raggiungere Napoli, dove vivranno fino alla morte del poeta. La
telenovela - che per la verità non è del tutto nuova - finisce qui. Il
resto, se volete, scrivetelo voi. Immaginatevi, in modo sicuramente un po’
irriverente, Antonio Ranieri che cura un’edizione delle opere del poeta di
Recanati, e lo fa spinto dall’amicizia e da qualcosa più di una semplice
amicizia. Immaginatevi lo stesso Ranieri che si prodiga per far ristampare i
"Canti", e non lo fa solo per amore della letteratura. E il giovane Giacomo
che compone la Ginestra e Il Tramonto della Luna, e lo fa pensando ad
Antonio, così come anni prima, pensando a Fanny Targioni Tozzetti, una
donna, compose il ciclo di Aspasia.
Gioite, studenti insufficienti di ieri e di oggi. Il vostro nemico era un
grande poeta con grandi tormenti, sotterfugi, bugie. Ma che volete farci:
viveva agli albori dell’Ottocento, il padre, raccontano i libri, era austero
e pure reazionario, il suo primo insegnante fu un prete. E lui aveva il
vizietto, oggi cosa normale, personale, intima e giustamente accettata,
allora tutta un’altra cosa: una macchia, un’infamia. E lui forse lo
nascondeva e se ne fuggiva a Napoli, alle falde del Vesuvio, con il suo
Antonio.
Gioite, ora il grand’uomo è nudo, in ginocchio. Trimestri e quadrimestri di
umiliazioni volano via. Scompaiono le figuracce, le insufficienze, le note
ai genitori. Vi sentite più bravi e più colti. Ma attenzione, non contate
troppo presto vittoria.
Leopardi sopportò la deformazione alla colonna vertebrale, trasformando la
malattia quasi in un mezzo di conoscenza. Sopporterà, vedrete, anche questo
diluvio di insinuazioni. E lo farà - ci piace immaginarlo - con un sorriso o
forse un napoletano pernacchio suggeritogli dall’amico del cuore. Del resto
non fu proprio lui a scrivere: "Grande tra gli uomini e di grande terrore è
la potenza del riso contro il quale nessuno nella sua coscienza trova sè
munito da ogni parte"? "Chi ha coraggio di ridere - disse nei Pensieri - è
padrone del mondo". E con una bella risata, in versi o in prosa, Giacomo
Leopardi vi distruggerà di nuovo





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Santoro da rimonta
2004-06-11 13:41:50 UTC
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C'E' SCRITTO CHE SEI UNA CHECCA
--
questo articolo e` stato inviato via web dal servizio gratuito
http://www.newsland.it/news segnala gli abusi ad ***@newsland.it
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2004-06-11 13:48:26 UTC
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" IL COMUNISMO E INCOMPATIBILE CON LA LIBERTA "



Giovanni Venezia

Cossutta ritenendosi unico vero erede del comunismo riconosce gli errori e
la cecità dei comunisti per non aver capito i mutamenti della società.
Lattuale governo in carica, preso dal girotondo delle verifiche, snobba i
problemi in un momento storico di vitale importanza per questItalia che,
comunque, appare sempre più scombinata.



IERI: Gennaio 1921
A Livorno, al 17° congresso del Partito Socialista Italiano, 83 anni fa, fu
scissione. I delegati Comunisti, fra i quali il gruppo piemontese gramsciano
dell' Ordine nuovo (Gramsci,Togliatti, Terracini e Tasca) e la frazione
astensionista del gruppo bordighiano del Soviet del Partito Socialista
(Bordiga), deliberano la costituzione del Partito Comunista d'Italia, Capo
indiscusso del nuovo partito è Amadeo Bordiga. Gramsci, che in questa
occasione non ha preso la parola, viene eletto nel comitato centrale ma
escluso dall'esecutivo. La sua collocazione politica non si è ancora ben
definita: giovane (ha trent'anni) e ancora poco noto nel partito, per i suoi
interventi culturali e teorici sull'Avanti e l'Ordine Nuovo ha soprattutto
fama di intellettuale.
Questo partito oggi non esiste più: è stato rinnegato e liquidato da
Occhetto e D'Alema, trasformandolo nel PDS, si è giunti alla definitiva
abiura di Veltroni in quella Torino, un tempo fucina proletaria, dove il
gruppo dell'Ordine Nuovo, diretto da Gramsci sfidò la tracotanza capitalista
e portò gli operai di quella città (FIAT) alla consapevolezza del proprio
ruolo di classe.

OGGI: Gennaio 2004
Solo Cossutta, festeggiando la ricorrenza, rispolvera con tenacia
anacronistica levento e orgogliosamente rivendica lappartenenza al
comunismo in quanto unica forza autenticamente di sinistra in un momento in
cui la sinistra langue; i DS sono appiattiti su posizioni moderate e,
quando entrano in lista con Margherita e SDI lappiattimento si fa più
marcato.
E in atto e da tempo una guerra discriminante fra comunisti e non
comunisti per il persistere in un percorso parallelo. Nemmeno Fassino e
Bertinotti sono considerati comunisti
Ma cè in Cossuta un dolore per essere stati ciechi nel giusto tempo della
storia. E parte da lontano sostenendo di essere stati ciechi per non aver
capito i mutamenti della società italiana già negli anni 50 e di aver
altresì compreso molto tardi la necessità di aprire un dialogo per intese
con i gruppi cattolici moderati.Riconosce Cossutta gli errori e gli orrori
tragici dellex Unione Sovietica ma è convinto che gli unici, veri,
autentici di sinistra ed eredi del Partito comunista rimangono solo i
comunisti italiani. Veltroni già da tempo ha dato del P.C.I. e della sua
storia questo giudizio: "Il Comunismo è incompatibile con la libertà.
La libertà e la democrazia sovietica si sono spenti con la rivoluzione
dottobre.
Nel tormentato cammino verso lespansionismo ideologico il Partito comunista
italiano, agendo in una realtà ben diversa e su un terreno in cui la
democrazia aveva messo le radici dopo il crollo del fascismo, sincarica per
un ruolo diverso, opposizione costruttiva.
E dopo il profumo di governo (Togliatti al dicastero della Giustizia)
dinizio repubblica, passato allopposizione condusse aspre battaglie per il
miglioramento della società con proposte concrete che spesso la maggioranza
di governo capitanata dallonnipresenza democristiana, ha spesso inserito
nei propri programmi.
Un ruolo, questo, che lo scorrere della storia e limborghersimento della
sua classe dirigente ha eroso per appiattimento e assenza totale di idee
programmatiche concrete e fattibili.La conflittualità, il
ricatto,lostinazione a personalizzare le battaglie politiche oggi fanno sì
che la sinistra in generale ed i comunisti in particolare non hanno le carte
in regola per accedere alle leve del comando della Nazione.
La gravità del momento è che al centrodestra non mancano le liti silenziose.
Inaccettabile dagli elettori specie oggi che i problemi sono accantonati dal
Governo per cedere il posto al girotondo di una verifica che sempre più
appare virtuale, e dannosa.
Berlusconi ha festeggiato il decimo anniversario di Forza Italia e con
successo e consensi fra simpatizzanti e non. Lha fatto a modo suo.
Piange, urla,trascina. Attacca sinistra e comunismo, giudici. Si
autoelogia. Un grande show con protagonista enfasi e retorica per una
ulteriore sfida
.da vincere. Grida.

E DOMANI ?
Il tutto va ben,però, non può rimanere un sogno. I cittadini premono per
unItalia composta solamente da una buona società civile che abbia quella
dignità che la carta costituzionale detta e che attende ancora di essere
attuata.
Gli italiani sperano di non dover mai leggere sui giornali cronache di
politica, economia, lavoro, istruzione, sanità, trasporti etc. copiate da
gazzette daltri tempi. Come dire. I problemi ci sono ma cè anche tempo per
risolverli. Sarebbe un errore enorme una latitanza ed una cecità bieca.
Questa terra italica non ospita più gobbi o pecore.





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Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/

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2004-06-11 13:44:20 UTC
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Recuperata dalla Guardia di Finanza in una Chiesa
RITROVATA LA LETTERA CHE CONFERMA : LEOPARDI ERA GAY
iIl poeta dell'Infinito ed il letterato Antonio Ranieri Tinti si conobbero
nel 1830. Ne nacquero un'intima amicizia e tre anni di convivenza



Mattias Mainiero

Affezionati della bocciatura ad oltranza, insufficienti cronici, studenti
zoppicanti: è giunta lora della rivincita. Ve lo ricordate? Non negatelo:
fu lui a rovinare i vostri anni migliori. Al suo cospetto eravate poco più
che nulla, nanerottoli. Lui lì, a pontificare, a spiegarvi limportanza dei
classici e della poesia. Voi a fare figuracce. E ora, finalmente, potete
gioire: Giacomo Leopardi, il Grande, il Vate, lIntoccabile, aveva le sue
debolezze. E che debolezze: forse al poeta piacevano gli uomini. Forse era
gay, come si direbbe con linguaggio moderno. O forse no, era solo soffocato
dalla solitudine e cercava affetto ovunque. Anche in Antonio Ranieri,
letterato, esule napoletano e suo amico, luomo che alla sua morte, a
Napoli, durante unepidemia di colera, riuscì a sottrarne il corpo alla
fossa comune.
"Ranieri mio", scrive Leopardi in una lettera ritrovata dalla Guardia di
Finanza in un piccolo paese della Puglia, Salice Salentino, provincia di
Lecce. La lettera, datata 11 dicembre 1832, era scomparsa nel 1975 dalla
casa napoletana del duca Riccardo Carafa. Misteriosamente è ricomparsa
dietro un quadro della chiesa della Madonna del Latte, una parrocchia di
campagna. "Caro Ranieri, ti stringo al mio cuore che in ogni evento
possibile e non possibile sarà eternamente tuo". Sì, è proprio lui: lo
stesso stile, la stessa grafia, la stessa carta delle altre missive
indirizzate ad Antonio Ranieri, spiega Mauro Giancaspro, direttore della
Biblioteca Nazionale "Vittorio Emanuele III" di Napoli. Non ci sono dubbi.
Esultate, giovani ripetenti, è proprio lora della rivincita. Lui vi ha
fatto soffrire. Ma, a sua volta, soffriva, eccome se soffriva: "Caro
Ranieri, qualunque partito tu pigli, tu disporrai le cose in modo che noi
viviamo luno per laltro, o almeno io per te; sola ed ultima mia speranza.
Addio, anima mia".
Quale partito prese il bellAntonio, se lavvenente attrice Maddalena Pelzet
o il gracile e tormentato amico, lo raccontano le cronache letterarie:
Giacomo e Antonio, dopo 39 affettuose lettere, si ricongiungono e decidono
di raggiungere Napoli, dove vivranno fino alla morte del poeta. La
telenovela - che per la verità non è del tutto nuova - finisce qui. Il
resto, se volete, scrivetelo voi. Immaginatevi, in modo sicuramente un po
irriverente, Antonio Ranieri che cura unedizione delle opere del poeta di
Recanati, e lo fa spinto dallamicizia e da qualcosa più di una semplice
amicizia. Immaginatevi lo stesso Ranieri che si prodiga per far ristampare i
"Canti", e non lo fa solo per amore della letteratura. E il giovane Giacomo
che compone la Ginestra e Il Tramonto della Luna, e lo fa pensando ad
Antonio, così come anni prima, pensando a Fanny Targioni Tozzetti, una
donna, compose il ciclo di Aspasia.
Gioite, studenti insufficienti di ieri e di oggi. Il vostro nemico era un
grande poeta con grandi tormenti, sotterfugi, bugie. Ma che volete farci:
viveva agli albori dellOttocento, il padre, raccontano i libri, era austero
e pure reazionario, il suo primo insegnante fu un prete. E lui aveva il
vizietto, oggi cosa normale, personale, intima e giustamente accettata,
allora tutta unaltra cosa: una macchia, uninfamia. E lui forse lo
nascondeva e se ne fuggiva a Napoli, alle falde del Vesuvio, con il suo
Antonio.
Gioite, ora il granduomo è nudo, in ginocchio. Trimestri e quadrimestri di
umiliazioni volano via. Scompaiono le figuracce, le insufficienze, le note
ai genitori. Vi sentite più bravi e più colti. Ma attenzione, non contate
troppo presto vittoria.
Leopardi sopportò la deformazione alla colonna vertebrale, trasformando la
malattia quasi in un mezzo di conoscenza. Sopporterà, vedrete, anche questo
diluvio di insinuazioni. E lo farà - ci piace immaginarlo - con un sorriso o
forse un napoletano pernacchio suggeritogli dallamico del cuore. Del resto
non fu proprio lui a scrivere: "Grande tra gli uomini e di grande terrore è
la potenza del riso contro il quale nessuno nella sua coscienza trova sè
munito da ogni parte"? "Chi ha coraggio di ridere - disse nei Pensieri - è
padrone del mondo". E con una bella risata, in versi o in prosa, Giacomo
Leopardi vi distruggerà di nuovo


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